Ogni viaggio è un ritorno, anche il lungo percorso, trentaquattro ore in treno e in nave per duemila chilometri, da un mare a un altro, in una città di fiume dove il nord non è ancora irreparabile e il freddo qualcosa di più di una parola che non si possa dire. A Göteborg un gruppo di amici ha attraversato l'Italia e l'Europa all'inseguimento di un pallone che rotola, per incontrare il destino, per vivere l'ultima notte della giovinezza, verso la partita più importante della storia della Sampdoria, che non era e non sarebbe mai stata una squadra di calcio, con il solo scudo di una bandiera con quattro colori. Ci sono arrivati già cicatrizzati, dopo avere sfiorato la stessa elettricità, dodici mesi prima, in un vecchio quadrangolo di cemento armato, affondato nella tristezza della Svizzera quando piove. La aspettavano da quasi un decennio, questa notte, da quando un giocatore di nome Alviero Chiorri aveva acceso le stelle nel cielo di un pomeriggio a San Siro. Ed è ancora da Milano che parte la storia, per una ragazza che non è più una ragazza e nemmeno una donna: un fantasma, forse, come un pensatore smarrito che suona il suo blues nella solitudine di chi ha capito tutto, di chi ha capito prima. Perché è di fantasmi che vive questa corsa. Una fuga di stazione in stazione, di albergo in albergo, tra incontri e disincontri, fino al Nya Ullevi, uno strano e irripetibile stadio di calcio, semideserto nel tramonto che tira le somme di tutto quel che è stato, di tutto quel che sarà. Vi convengono le anime morte e le nostalgie senza oggetto di tutto un tempo trascorso a desiderare quel che era già accaduto, per poterlo riscrivere, in maniera che si allontanasse meglio. Il bagliore fugace di una coppa d'argento che vola via nel cielo, la maglia vuota di un portiere non ancora caduto, una finestra non illuminata, una ferrovia che affonda nel buio. E una vittoria che fa rima con memoria
SONO VENUTO A PRENDERVI TUTTI...........................................................1
ECCO LA CAMPANELLA ELETTRICA..........................................................9
IL TRENO PRESE A RALLENTARE IN UN'OSCURITÀ PREURBANA.......19
SCESI DAL TAXI CON LA BORSA IN SPALLA...........................................29
NON AVEVO CHE DA ATTREZZARMI PER UNA NOTTE
IMPERCORRIBILE.........................................................................................37
FINALMENTE IL TELEFONO RIPRESE A SQUILLARE.............................47
MI CHIUSI LA PORTA ALLE SPALLE..........................................................59
AVEVO DAVANTI UN GIORNO E UNA NOTTE..........................................67
ECCOLI, GLI AMICI CON CUI MI ERO TROVATO.......................................77
IL TRENO SI ADDENTRÒ IN UNA RADURA...............................................91
ALL'IMPROVVISO, GLI AMICI CHE CREDEVO.........................................105
LA VITA NON SERVE A NIENTE................................................................113
LA SVIZZERA TEDESCA STAVA FUORI...................................................127
ALLORA RIVIDI UN TEMPO.......................................................................139
MI CHIEDEVO COME SAREI RIUSCITO....................................................151
PER IL MOMENTO STAVAMO AVANZANDO VERSO LA NOTTE...........159
IN QUELLA SCATOLA MAGICA.................................................................169
NON PENSAVO AL TEMPO CHE STAVA PASSANDO............................183
LA NOTTE CORREVA, PRESTO SAREBBE ARRIVATA L'ORA..............189
PRESI POSTO DA SOLO............................................................................195
I DUE IMPOSTORI SALUTARONO.............................................................209
ERAVAMO ARRIVATI ALLA STAZIONE MARITTIMA DI PUTTGARDEN215
CON UN CLANGORE METALLICO INQUIETANTE...................................221
I CONTROLLI DI FRONTIERA ERANO STATI IMPERCETTIBILI.............233
LA STAZIONE CENTRALE DI COPENHAGEN..........................................243
VOLTARE LE SPALLE A QUALCOSA, A QUALCUNO...........................249
L'ESPRESSO "ALFRED NOBEL" SEMBRAVA APPENA USCITO..........257
STAVO PER LASCIARE L'EUROPA CENTRALE.....................................263
QUANDO CI SI AVVICINA ALLA FINE DI UN VIAGGIO...........................271
SCESI CON IL PIEDE DESTRO PER PRIMO.............................................277
AVEVAMO SUPERATO LA FASE DELLA STANCHEZZA........................291
USCIMMO DA QUEL LOCALE CON LA PROMESSA DI TORNARVI.......297
DORMII UN SONNO PROFONDO E SENZA SOGNI.................................305
LA SINAGOGA SORGEVA SUL CANALE.................................................311
IL TEMPO DELL'ATTESA SI ERA QUASI CONSUMATO.........................321
AI CANCELLI DELLO STADIO I TIFOSI ERANO GIÀ IN CODA...............329
LA PARTITA INIZIÒ COME SE FOSSE UNA GARA QUALSIASI............337
NON MI SAREI VOLUTO MUOVERE DAL MIO POSTO...........................341
LA PAUSA MI PARVE ESTREMAMENTE BREVE.....................................345
AVEVO COMPLETAMENTE PERSO LE TRACCE...................................353
MI RESTAVA ANCORA UN POCO DI TEMPO DA PASSARE..................359