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Libri Poker

Copertina libro
POKER FORMULA 2
Arnold Snyder
Disponibile
Pagine: 456
Codice ISBN: 9788897257769
Caratteristiche: Carta Cocoon Offset, riciclata 100%, certificata FSC, approvata da Greenpeace. Brossura.
Tradotto in Italiano
Prezzo: 30.00 €


Copertina originale
COPERTINA ORIGINALE

Titolo originale

Poker Formula 2

Originariamente pubblicato in USA nel 2008 da:

Cardoza Publishing, 5473 S. EASTERN AVE LAS VEGAS NV 89119 USA

www.cardozapub.com

© Arnold Snyder, Cardoza Publishing, 2008

© 2011 Boogaloo Publishing , casella postale 92, Rovereto (TN)


Scheda Libro

Per guadagnare nei tornei pro di no-limit hold’ em dovete dimenticare molto di quello che sapete sul poker. Anche se sul mercato ci sono molti libri sui tornei e alcuni contengono dritte eccellenti, gli autori sono spesso “solo” giocatori di poker o, peggio, matematici! Chiariamo da subito che, salvo alcune eccezioni, discuterò e analizzerò i tornei multitable di no-limit hold' em. Non parlerò di tornei satellite, limit, pot-limit, short-handed o heads-up, anche se molto di quello che rivelerò sarà applicabile anche ad alcuni tornei di questo tipo. Abilità ed esperienza a livello di poker possono essere sfruttate al meglio solo se siete in grado di fonderle con strategie da torneo ottimali, diversamente perdono efficacia. Un torneo definito slow structured (struttura lenta: i bui partono bassi rispetto allo stack iniziale e i livelli durano molto tempo) non è una mera questione di pot odds, effective odds, implied odds o reverse implied odds. Non si può ridurre tutto al conteggio degli out per il vostro progetto colore nut. Non ci si può limitare a elencare quali starting-hand selezionare e come potrebbero essere giocate in base al vostro stack, alla posizione e all’azione sviluppatasi. Non serve essere un matematico per guadagnare con i tornei. Spiegherò concetti matematici quando necessario, ma è molto più semplice di quanto la maggior parte degli autori voglia far credere. Nei tornei no-limit, è relativamente facile poter guadagnare soldi se si smette di pensare come un normale giocatore di poker...


Sommario

I numeri si riferiscono alle pagine in maniera da rendersi conto come è strutturato il libro (la numerazione si riferisce alla prima tiratura; successive tirature potrebbero avere numerazioni di pagine differenti, fermo restando contenuto invariato)
 

 

L'AUTORE 1

MOLTO DI QUELLO CHE SAPETE È SBAGLIATO 2

IN COSA QUESTO LIBRO È DIVERSO DAL MIO PRIMO LIBRO SUL POKER 3

 

PARTE I: PRINCIPI 9

 

CAPITOLO 1 - IL GRANDE SEGRETO: CHIP UTILITY 10

LE CHIP SONO MUNIZIONI, NON SOLDI 17

FUNZIONI DELLE CHIP IN UN TORNEO 18

LE FUNZIONI DI UTILITY PRE-FLOP 18

1. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER RUBARE BUI E ANTE. 18

2. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER VEDERE UN GRAN NUMERO DI FLOP. 19

3. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER STARE SEDUTI AD ASPETTARE. 20

LE FUNZIONI DI UTILITY POST-FLOP/TURN 20

1. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER SPINGERE GLI AVVERSARI FUORI DAI PIATTI (ELIMINANDO I PROGETTI). 20

2. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER EFFETTUARE DELLE CONTINUATION BET POST-FLOP (CHE SPESSO SONO BLUFF). 21

3. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER I SEMIBLUFF, QUANDO SI HA UN PROGETTO FORTE. 21

4. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER EFFETTUARE PUNTATE "DI SONDAGGIO". 22

LE FUNZIONI DI UTILITY AL RIVER 22

1. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER PUNTARE PER VALORE. 22

2. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER CHIAMARE SOSPETTI BLUFF. 23

3. LE CHIP POSSONO ESSERE USATE PER CHIAMARE AL FINE DI OTTENERE INFORMAZIONI, GIUSTO PER CAPIRE CON CHE CARTE STA GIOCANDO IL VOSTRO AVVERSARIO. 23

AVERE POCHE CHIP EQUIVALE AD AVERE POCA UTILITY 24

INTELLIGENZA EMOTIVA 28

INTELLIGENZA EMOTIVA 28

LA LEGGE FONDAMENTALE DELLA CHIP UTILITY 30

IL FATTORE ABILITÀ 33

CHIP UTILITY E POT ODDS 36

CHIP UTILITY: IL SEGRETO DEI PROFESSIONISTI 40

PERCHÉ TUTTI SBAGLIANO? 43

SVELIAMO L'ARCANO 44

COME LA TEORIA SUL VALORE INVERSO DELLE CHIP INFLUISCE SULLA STRATEGIA 49

IL DIBATTITO SULLA TEORIA DELLA CHIP UTILITY 50

VINCITE E PERDITE TRASCURABILI 54

POSSIAMO ASSEGNARE UN VALORE IN DENARO ALLE NOSTRE CHIP? 54

CHIP UTILITY E "TEORIA DEL GIOCO" 56

MONOPOLY CONNECTION 60

QUANTIFICARE LA CHIP UTILITY 62

UTILITY DOMINANTE 63

UTILITY PIENA 63

UTILITY COMPETITIVA 67

UTILITY MODERATA 68

UTILITY BASSA 69

NESSUNA UTILITY 70

COME LO STILE INFLUENZA L'UTILITY 71

QUANTIFICARE L'UTILITY 71

RIASSUNTO 74

 

CAPITOLO 2 - ANALIZZARE LA STRUTTURA DI UN TORNEO: IL FATTORE UTILITY 75

IL FATTORE PAZIENZA 75

IL GIOCATORE PIÙ PAZIENTE DEL MONDO 76

MISURARE IL TEMPO DI BLIND-OFF 77

IMPLICAZIONI DEL TEMPO DI BLIND-OFF 80

LA STRUTTURA DEI BLIND FA DAVVERO LA DIFFERENZA 81

IL FATTORE PAZIENZA NEGLI EVENTI SLOW STRUCTURED 83

CONFRONTIAMO SETTE EVENTI DELLE WSOP 86

STRUTTURA E VELOCITÀ DI UN TORNEO 88

IL FATTORE UTILITY DI UN TORNEO 89

STABILIRE IL VALORE DI UN TORNEO IN BASE ALLA SUA STRUTTURA 92

IL BUY-IN NON EQUIVALE ALL'UTILITY 96

ADATTAMENTI AL FATTORE UTILITY 99

FATTORE UTILITY - Tabella di riferimento 102

OCCHIO ALLE STRUTTURE DEI BLIND BIZZARRE 103

 

CAPITOLO 3 - UTILITY ODDS 106

POT ODDS: LA MISURA SBAGLIATA 106

LE UTILITY ODDS RICHIEDONO GIUDIZIO 112

 

PARTE II - STRUMENTI 113

 

CAPITOLO 4 - SMALL BALL, LONG BALL E UTILITY 114

SMALL BALL E UTILITY 116

MANI DA GIOCARE SMALL BALL 116

MANI DA RILANCIO E SITUAZIONI DA RILANCI 119

CONTINUATE A USARE LE CHIP 121

ANCORA SMALL BALL DOPO IL FLOP 122

SMALL BALL-IN AZIONE 124

LONG BALL 126

LA FILOSOFIA LONG BALL 127

MANIPOLARE L'UTILITY DEI VOSTRI AVVERSARI 130

DOMINARE CON UN BIG STACK 131

VIA AI RACE 133

PRENDERE DECISIONI DURANTE UN RACE 134

SAGGEZZA POPOLARE SUI COIN FLIP 135

LA MATEMATICA CHE STA DIETRO UN RAISE CON UN BIG SLICK 136

LA MATEMATICA CHE STA DIETRO UN RACE CON UNA COPPIA ALTA 138

SI PUÒ SVILUPPARE UNA STRATEGIA PROFICUA PER I RACE? 139

I RACE: UNA DECISIONE SULL'UTILITY 141

JOHN PHAN: RITRATTO DI UNA LEGGENDA DEL LONG BALL 144

TRE CONSIGLI PER COMINCIARE A GIOCARE EVENTI DI LIVELLO PRO 148

 

CAPITOLO 5 - CAMBIARE MARCIA 151

NEI TORNEI DIMENTICATE IL PRINCIPIO DEL "GAP" 151

COME GIOCARE UN "RUSH" E COME COMBATTERE IN UN "RUSH" 153

COME GIOCARE A BASSA VELOCITÀ 154

GIOCARE SENZA GUARDARE LE CARTE 155

 

CAPITOLO 6 - BLUFF, LETTURE E PSICOLOGIA DEL FURTO 158

RUBARE PIATTI PICCOLI vs RUBARE PIATTI GROSSI 161

PICCOLI FURTI 161

GRANDI FURTI 162

CINQUE SEMPLICI OPPORTUNITÀ 164

1. IL FURTO DEI BLIND 165

RUBARE I BUI DA HIJACK 167

RUBARE I BUI DAL CUTOFF 170

RUBARE I BUI DAL BOTTONE 174

2. IL CONTINUATION BLUFF 176

3. IL POSITION BLUFF DOPO IL LIMP (O IL CHECK) DI UN AVVERSARIO 180

4. L'INFORMATION BLUFF 182

5. IL VALUE BET BLUFF 183

COME CREARE I VOSTRI BLUFF 185

TRE MITI COMUNI SUL BLUFF 186

COME NON BLUFFARE 190

PERCHÉ COSÌ TANTI GIOCATORI EFFETTUANO DEI BLUFF SBAGLIATI 193

PERCHÉ BLUFFARE IN BASE ALLA "TEORIA DEL GIOCO" È UN ERRORE 193

IL PESSIMO CONSIGLIO DI SKLANSKY SUL BLUFF 199

BLUFFARE NEL MONDO REALE 201

TIPI DI GIOCATORI NEI TORNEI DI LIVELLO PROFESSIONISTICO 202

CERCARE I TELL NEI VOSTRI AVVERSARI 208

QUANDO UN GIOCATORE COMINCIA AD AGIRE PRIMA CHE TOCCHI A LUI 210

CHE COS'È UNA LETTURA? 212

 

CAPITOLO 7 - ATTEGGIAMENTO: RIGIRARE IL COLTELLO NELLA PIAGA, MA CON IL SORRISO 214

AGGIUNGERE L'ATTEGGIAMENTO ALLE VOSTRE ARMI 214

SVILUPPARE IL "GIUSTO" ATTEGGIAMENTO 215

DANIEL NEGREANU MOSTRA UN BLUFF 220

FATE ATTENZIONE AD ANNUNCIARE LE CARTE DEGLI AVVERSARI 221

DEPERSONALIZZARE IL NEMICO 222

 

CAPITOLO 8 - L'IMMAGINE AL TAVOLO: IL FATTORE PAURA 225

L'IMMAGINE AL TAVOLO NEI TORNEI E NEI CASH GAME 225

FOX: 3 TIPI DI IMMAGINE 226

L'IMMAGINE INTIMIDATORIA: COME FAR GIOCARE PIÙ TIGHT I VOSTRI AVVERSARI 228

L'IMMAGINE FOLLE E IL CECCHINO CIECO 232

MIGLIORARE LA VOSTRA IMMAGINE FOLLE 233

NON MOSTRATE TUTTE LE MANI SPAZZATURA 235

GIOCO DIFENSIVO: NON PROVARE A MINACCIARMI 236

DIFENDERE I BLIND 236

INFORMATION BET 237

CONTINUATION BET 238

CONTRO GIOCATORI WEAK 239

 

PARTE III - STRATEGIE 241

 

CAPITOLO 9 - LE CINQUE FASI DI UN TORNEO DI POKER 242

 

CAPITOLO 10 - FASE 1: COSTRUIRE LO STACK PRENDETE LE LORO CHIP MENTRE DORMONO 247

IL LUOGO COMUNE (ERRATO) SULLA SOPRAVVIVENZA 247

MARK SEIF FUORI DI SENNO 249

RISCHIO E RICOMPENSA NEI TORNEI SHORT STACK DI LIVELLO PROFESSIONISTICO 255

SHORT STACK, STRATEGIA PER LA FASE UNO: 7 CONSIGLI 258

DEEP STACK, STRATEGIA PER LA FASE UNO: 6 CONSIGLI 262

 

CAPITOLO 11 - FASE DUE: IL CAMPO MINATO 267

USARE GLI STACK COME TELL DEL TEMPO DI BLIND OFF 268

LA STORIA RACCONTATA DAGLI STACK 270

COMINCIA A DIVENTARE PERICOLOSO! 271

SAPERE QUANDO COMINCIA IL CAMPO MINATO 273

INCAPPARE NEGLI SHORT STACK 274

TORNEI SHORT STACK E TORNEI DEEP STACK 274

DINAMICHE D'ATTACCO 275

GIOCARE CON UNO STACK MEDIO DURANTE IL CAMPO MINATO 276

RICEVERE UNA MANO FORTE 280

A-Q DURANTE LA FASE CAMPO MINATO 281

GIOCARE CON UNO SHORT STACK DURANTE IL CAMPO MINATO 283

GIOCARE CON UN BIG STACK DURANTE IL CAMPO MINATO 285

BIG STACK CONTRO STACK MEDI 287

BITCH SLAP 288

BIG STACK CONTRO BIG STACK 291

ALL-IN DI UN GIOCATORE DISPERATO 292

ISOLARE QUANDO NON SIETE A CORTO DI UTILITY 292

ALLEARSI CONTRO UN GIOCATORE ABILE 293

 

CAPITOLO 12 - FASE TRE: LA BOLLA, UN BUFFET DI PANINI... RIPIENI DI CHIP 295

GUADAGNARE CHIP O ARRIVARE A PREMIO? 295

GIOCARE CON UNO SHORT STACK DURANTE LA BOLLA 300

GIOCARE CON UNO SHORT STACK DURANTE LA BOLLA 300

JAM O FOLD 300

DUE CARTE VIVE 301

GIOCARE CON UNO STACK MEDIO DURANTE LA BOLLA 305

DUE CARTE VIVE CON UNO STACK MEDIO 309

GIOCARE CON UN BIG STACK DURANTE LA BOLLA 312

 

CAPITOLO 13 - FASE QUATTRO: I PREMI. SFRUTTARE IL SOLLIEVO GENERALE 316

ASSOTTIGLIAMENTO DEL GREGGE 317

LA FASE DEI PREMI NEGLI EVENTI DI LIVELLO 1-3 319

LA FASE DEI PREMI NEGLI EVENTI DI LIVELLO 4-6 320

LA MOSSA SEABISCUIT 322

GIOCO SHORTHANDED 329

CONSIDERAZIONI SULLA STRATEGIA SHORT-HANDED BASATE SULLA MATEMATICA 331

 

CAPITOLO 14 - FASE CINQUE: IL FINAL TABLE, L'ULTIMA CHANCE 336

GIOCATE FORTI E TRAPPOLE 336

GIOCO SHORT-HANDED CON MENO DI CINQUE GIOCATORI 337

LE MIE ESPERIENZE NEI FINAL TABLE 338

COME NON GIOCARE IL FINAL TABLE 341

ERRORE #1: DARE "CARTE GRATIS" ANDANDO ALL-IN 341

ERRORE #2: IGNORARE L'UTILITY 348

 

CAPITOLO 15 - INCASSARE 352

 

PARTE IV - SOLO PER VERI DURI 354

 

APPENDICE A - IL BANKROLL DI GIOCO 355

UNA GUIDA FACILE E VELOCE ALLA DEVIAZIONE STANDARD 356

CHE BANKROLL VI SERVE? 358

QUANTO VANTAGGIO POSSIEDE UN FORTE PROFESSIONISTA DEI TORNEI? 363

ANALIZZARE I RISULTATI DEL GIOCATORE DELL'ANNO 364

L'EFFETTO DEL FIELD DEBOLE 369

LA FORMULA APPROSSIMATIVA DEL BANKROLL DI SNYDER 371

ADATTAMENTI IN BASE AL LIVELLO DI ABILITÀ 372

 

APPENDICE B - SATELLITI: NE VALE LA PENA? 378

I SATELLITI E IL RISCHIO DI ROVINA 378

IL "VANTAGGIO DELLA CASA" NEI TORNEI SATELLITE 379

IL VALORE DEI SATELLITI PER IL GIOCATORE MEDIO 380

IL VALORE DEI SATELLITI PER IL GIOCATORE SUPERIORE ALLA MEDIA 382

I PROFESSIONISTI DEI SATELLITI 383

I PIÙ FORTI PROFESSIONISTI DEI SATELLITI 384

ALTRI TIPI DI SATELLITE 386

USARE I SATELLITI PER ABBASSARE I COSTI DI BUY-IN DEI TORNEI PRINCIPALI 388

VARI LIVELLI DI AGGRESSIVITÀ 393

MINORI COSTI DI BUY-IN EQUIVALGONO A MINORI REQUISITI DI BANKROLL 398

CON QUALE VALORE DI ROR UN GIOCATORE PUÒ SENTIRSI TRANQUILLO? 400

FAQ (FREQUENTLY ASKED QUESTIONS) 402

 

APPENDICE C - IL "VERO M" E IL VALORE M DI HARRINGTON 407

LE BASI DELLA STRATEGIA DEL VALORE M DI HARRINGTON 408

CHE COS'È IL VALORE "M"? 409

PERCHÉ LA STRUTTURA DEL TORNEO CONTA NELLO SVILUPPO DI UNA STRATEGIA OTTIMALE 411

IL VERO M NEI TORNEI DI POKER VELOCI 413

IL VERO M NEI TORNEI DI POKER SLOW STRUCTURED 414

IL VERO M SI ADATTA ALLA STRUTTURA DEL TORNEO 414

UN'ANALOGIA COL BLACKJACK 415

QUANDO IL RUNNING M DI HARRINGTON A VOLTE È CORRETTO 416

PERCHÉ NON SI PUÒ DIRE CHE LE STRATEGIE DI HARRINGTON SI ADATTINO AUTOMATICAMENTE AL VERO M 417

SEMPLIFICARE IL VERO M PER LA STRATEGIA DEI TORNEI 420

MA I GIOCATORI DA TORNEO HANNO BISOGNO DI CONOSCERE IL LORO "VERO M"? 420

LA BUONA NOTIZIA PER I GIOCATORI DI POKER DA TORNEO 425

 

GLOSSARIO 427

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Arnold Snyder sembra avere un approccio ai tornei di poker decisamente differente rispetto a quello illustrato da molti altri autori. Mentre, nel primo volume della serie, lo stesso si focalizzava su una innovativa strategia volta ad offrire le migliore chances per battere i tornei a struttura veloce, in questa seconda parte invece ci parla dei tornei deep stack, cioè quelli più lenti come il Main Event delle World Series of Poker. Se il primo titolo basava tutto sull’idea del “fattore pazienza” – un valore numerico assegnato ad un torneo in base al tempo di sopravvivenza di un giocatore prima che fosse eliminato dai bui troppo alti – questa volta invece l’attenzione è per quello che Snyder chiama la “chip utility”, ossia il valore che assume ogni chip in base a quali giocate ci permette o meno di fare. L’autore spiega infatti che, contrariamente a quanto si pensa di solito, man mano che ammassiamo chips in un torneo le ultime aggiunte allo stack hanno maggiore valore per via della loro utilità crescente.Per Snyder, dunque, la chip utility è il concetto chiave di un torneo, e pertanto vanno fatti tutti gli sforzi possibili per mantenere uno stack che ci permetta di fare quello che lui chiama “full utility”, ossia la piena libertà di mettere in campo – in qualsiasi momento del torneo - un completo range di azioni pre e post flop, con la doppia finalità di continuare a mettere pressione sugli altri giocatori e di aumentare lo stack per cercare non solo di arrivare “in the money” ma anche di competere per la vittoria finale.Secondo Snyder, la full utility significa avere un numero di chips pari ad almeno 100 big blinds. E già da qui si possono notare le differenze con il concetto di “M” introdotto da Harrington nei suoi popolari libri. Infatti per Dan la “zona verde” equivale ad avere un M di 20, cioè la possibilità di giocare per 20 giri di bui e ante prima di azzerare lo stack.Quindi, ad esempio, se i blind sono 200-400 con ante di 50, per Harrington un giocatore si trova nella “green zone” con uno stack di 22.000, mentre per Snyder la dotazione di chips diventa pienamente funzionale solo se è pari a 40.000.Altre fondamentali differenze si possono riscontrare anche nei diversi stili suggeriti dai due autori: Arnold è più per un approccio small-ball, con piena libertà quindi di giocare i suited connectors, le coppie piccole, i one-gappers e così via, e con un largo uso di continuation-bet, probe bet, bluff e tutte le altre mosse post-flop che però non mettano a repentaglio grosse porzioni dello stack. Oltre a tutti i consigli per meglio gestire tale tipo di gioco, Snyder si occupa naturalmente anche del long-ball, fondamentale in alcune situazioni spesso ricorrenti nei tornei deep-stack.Così come fatto nel primo libro, anche in The Poker Formula 2 viene ampiamente rimarcato il concetto che per vincere un grosso torneo non è possibile aspettare che ci vengano distribuite le mani più forti, ma occorre invece iniziare ad agire già nei primi livelli di gioco, cercando di sfruttare appieno una delle migliori armi che abbiamo a disposizione: l’aggressività.L’autore a tal proposito ci fornisce moltissimi esempi pratici per un suo corretto utilizzo. Nella sezione intitolata “Five Easy Fleeces”, Snyder spiega accuratamente i cinque tipi di bluff che tutti i giocatori devono utilizzare per mettere fuori strada gli avversari al tavolo. Tali bluff vengono analizzati da diverse posizioni e in diversi punti della mano, ed inoltre vengono puntualizzati i modi di agire che rendono più efficace una simile giocata e quelli che invece potrebbero insospettire gli altri. La sezione finale del libro è infine incentrata sul come giocare le cinque fasi caratteristiche di ogni torneo, ossia:1. La costruzione dello stack2. Il campo minato (quando i giocatori provano il colpo da short-stack)3. La zona bolla4. A premi5. Il final tableIn conclusione, il lavoro di Snyder è sicuramente ben strutturato ed argomentato. Grazie alla spiegazione di un approccio di gioco decisamente diverso rispetto a quello riscontrabile nei testi di Harrington, il lettore potrà imparare a gestire un torneo in maniera alternativa a quella classica, ed avrà la possibilità di riuscire a ritagliarsi il proprio spazio tra i protagonisti anche quando le carte migliori stenteranno a manifestarsi.Recensione a cura di Assopokerhttp://www.assopoker.com    
 
Arnold Snyder non è un giocatore convenzionale, ma uno con una particolare teoria che ha come obbiettivo la vittoria dei tornei a cui partecipa. Nel corso degli anni ha sviluppato una tattica che possiamo definire "Utilità delle chips".  Poker Tournament Formula 2, si occupa proprio di questa particolare teoria, di come metterla in pratica e di come renderla vincente. Snyder è abbastanza convincente nell'esplicazione del tutto, ponendo in risalto il fatto che ogni chip ha un valore specifico che accresce quanto più cresce il volume del proprio stack.Per Snyder, l'utilità chip è tutto in un torneo, e lui cerca di mantenere sempre una pila di chip che gli permetta ciò che egli chiama "utilità totale", dove si sente libero di poter fare una gamma completa di puntate pre e post-flop in qualsiasi momento, al fine di continuare a fare pressione sugli altri giocatori al tavolo e continuare a costruire il suo stack, con un occhio verso, non solo l'incasso, ma sopratutto alla vittoria del torneo. Quantificando questa Utilità Totale, leggiamo nel libro che essa si attesta sui 100 grandi bui e da qui si nota subito la differenza con Harrington, che in generale fissa la famosa zona verde sull' M20 ovvero la possibilità di pagare 20 turni di bui e ante, prima di essere in grave difficoltà. In pratica questo rapporto ci dice che la diversità dipensiero tra Snyder ed Harrington è enorme, infatti Snyder personalmente, nel suo libro, ritiene di poter giocare liberamente avendo ipoteticamente, piu del doppio delle fiches che basterebbero alla teoria di Harrington.Snyder fornisce inoltre argomenti convincenti sul fatto che per vincere un torneo non si può aspettare solo di giocare le Premium Hands, perche capitano troppo raramente, mentre per accumulare chips, c'è bisogno di fare azione, questo naturalmente in un grande torneo multi-tavolo. Per fare aumentare il proprio stack, afferma l'autore c'è un unico modo, attraverso la costante aggressione, creando paura e rispetto nella mente degli avversari. La sezione finale del libro è dedicata alla descrizione di Snyder di come giocare nelle cinque fasi di un torneo, che egli elenca come:1) Stack building, - costruzione di Stack,2) The Minefield (when players are taking shots with short stacks),  - Il Campo Minato (quando i giocatori sono delle riprese con gli short stacks),3) The Bubble,  - La Bolla4) The Money, - Il denaro5) The Final Table.  - Il tavolo finale.Mentre le tattiche aggressive  sono presenti in tutte le fasi, ci sono molte sfumature presentate su come affrontare il terreno che cambia, con gli errori comuni che i giocatori fanno in ogni punto lungo la strada.Recensione a cura di Diego "DiegoElvis" Ricci per Pokeritaliawebhttp://www.pokeritaliaweb.org
 

Se leggete la mia recensione di Poker Tournament Formula, saprete che l’autore Arnold Snyder ha un approccio ai tornei di poker molto diverso rispetto a gran parte dei precedenti scrittori che hanno trattato l’argomento. Mentre nel primo volume della sua serie, Snyder si concentrava su una strategia completa per battere i tornei con struttura veloce, in Poker Tournament Formula II cambia marcia e affronta i tornei deep stack più lenti, fino a includere il Main Event delle World Series of Poker. Mentre il primo libro si imperniava sul concetto di “patience factor”, un valore numerico assegnato ai tornei in base a quanto avanti un giocatore potrebbe andare avanti in una competizione prima di venire mangiato dai blinds, qui Snyder plasma una strategia completa fondata su ciò che chiama “chip utility”, il valore che ciascuna chip assume in base alle giocate che permette di fare o di non fare. L'autore espone un’argomentazione convincente, contraria all'opinione comune, secondo la quale, accumulando più chips in un torneo, ogni nuova chip aggiunta allo stack ha in realtà più, e non meno valore, per via della sua utilità. Per Snyder la chip utility in un torneo è tutto e lui fa tutto il possibile per mantenere sempre uno stack che gli dia quella che definisce “full utility,” una condizione in cui si sente libero di poter fare sempre tutta una serie di giocate prima e dopo il flop, cosicché da continuare a mettere pressione agli altri giocatori al tavolo e continuare ad accrescere il suo stack, con un occhio non soltanto verso la zona premi, ma anche alla vittoria del torneo. Per Snyder, la full utility si ha con uno stack di almeno 100 big blinds. Notate come questa concezione sia molto diversa da quella relativa alla “zona verde” di Harrington, la zona che secondo quest’ultimo consente ai giocatori di agire liberamente quanto a mosse, in cui hanno un fattore M di 20, il che significa che possono pagare 20 giri di blinds e ante prima di essere mangiati dai blinds. Ad esempio, se i blinds fossero 200-400 con un ante di 50, Harrington dice che un giocatore si troverebbe nella zona verde con uno stack di 22.000, mentre Snyder si sentirebbe pienamente efficiente soltanto se avesse uno stack di 40.000. Molta della differenza sta negli stili di gioco scelti dai due autori. Snyder è un sostenitore dello small ball e vuole essere libero di giocare suited connectors, coppie basse, one-gappers unsuited e roba simile e poter effettuare continuation bet, information bet, bluff e altre giocate postflop senza rischiare di perdere una grossa fetta dello stack. Sebbene l'autore prediliga chiaramente un poker di tipo small ball, nel libro descrive anche delle strategie per i giocatori long ball, riconoscendo che in fine dei conti la struttura dei blinds di tutti tornei tranne quelli più di tipo deep stack richiedono un gioco attento con piatti ricchi. Esattamente come il primo libro della serie, Poker Tournament Formula 2 è destinato a dare una scossa e una svegliata ai giocatori che si attengono a certe teorie di gioco basate soprattutto sulle carte che si ricevono. Snyder fornisce delle argomentazioni convincenti secondo le quali le mani premium non si ricevono abbastanza spesso da riuscire ad arrivare al tavolo finale di un grosso torneo multitavolo e di conseguenza occorre darsi da fare sin dall'inizio del gioco così da assicurarsi che una o due mani sfortunate non pongano termine al proprio torneo. Il sistema per riuscirci, afferma, consiste in un’aggressività costante, creando timore e rispetto nelle menti degli avversari. Strada facendo l'autore dà molti consigli pratici su come impiegare le tattiche aggressive che raccomanda. In una sezione preziosissima descrive nei dettagli i cinque tipi di bluff che tutti i giocatori devono utilizzare regolarmente, per fare stare in difficoltà gli avversari al tavolo. Tratta bluff da posizioni diverse in momenti diversi di una mano e mette in evidenza ciò che un buon bluff comporta esattamente e quali tipi di puntate spingeranno gli avversari a fare call soltanto perché “ c'è qualcosa che non va”. Anche qui dedica molto tempo a distruggere ciò che secondo lui sono falsi miti radicati riguardo a quando fare o non fare un bluff, spiegando le pecche presenti in alcune delle concezioni classiche sull'argomento. La sezione conclusiva del libro è dedicata alla descrizione di Snyder su come giocare nelle cinque fasi di ogni torneo, che per lui sono: 1) L’accumulo dello stack, 2) Il campo minato (in cui i giocatori che si trovano corti tentano il tutto per tutto), 3) La bolla, 4) La zona premi, 5) Il tavolo finale.   Sebbene le tattiche aggressive che sostiene siano presenti in tutte le fasi della competizione, vengono presentate molte sfumature rispetto a come gestire la fase di transizione, insieme a degli avvertimenti sugli errori comuni che i giocatori commettono via via. Ancora una volta l’opera di Snyder è ben approfondita e spiega, in dettaglio, tutte le idee che intende comunicare. Mentre il primo libro descrive i tipi di giocatori che si incontrano nei tornei con struttura veloce, qui aggiunge all'elenco dei giocatori che si possono incontrare nelle competizioni con struttura più lenta. Mi sono ritrovato a ridere di fronte alla sua descrizione degli “Harringbot”, dei “Killer”, delle “Superstar”, degli “Hangers-On” e dei “Groupies”. Impiega un po' di tempo a parlare di come cogliere i tell (la maggior parte di questi dati risulterà familiare a chiunque abbia letto i libri classici sull'argomento), ma, ancora più importante, informa il lettore su come giocare contro i diversi stili dei giocatori che fronteggerà. La serie di due volumi, nel complesso, è un acquisto fondamentale per ogni biblioteca di poker. Ho cominciato a vedere il libro di Snyder come l’“anti-Harrington”, non per via di una qualche forma di avversione da parte sua nei confronti di Dan Harrington (sebbene disprezzi gli “Harringbot”, dice chiaramente di non pensare che lo stesso Harrington giochi in quel modo), ma piuttosto per via del modo in cui l'approccio al gioco costantemente aggressivo di Snyder si contrappone così bene allo stile misurato e incentrato sulle carte di Harrington. Ribadisco, se il vostro gioco è diventato prevedibile, caratterizzato da risultati magri e ipotizzabili, le idee di Snyder possono darvi una scossa e lanciarvi in un riesame di quelle cose che nel gioco da torneo non stanno funzionando per voi.

Recensione a cura di ClearSpine

per www.Pokerworks.com

 
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